Dall’esperienza al Leeds al futuro con la Juventus: la rivelazione di McKennie

Dal ritiro degli Stati Uniti per la Copa America, il centrocampista della Juventus ha ripercorso la deludente esperienza con il Leeds e l'esclusione al suo ritorno alla Continassa

A cura di Riccardo Siciliano
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Il futuro di Weston McKennie è ancora da decifrare. Il centrocampista sarebbe dovuto rientrare nella trattativa per il passaggio di Douglas Luiz alla Juventus dall’Aston Villa, ma alcuni problemi legati alla buonuscita con i bianconeri hanno rallentato l’affare. Al suo posto la Vecchia Signora ha proposto il cartellino di Barrenechea, mentre il destino dello statunitense verrà definito dopo la Copa America.

Le parole di McKennie

Il calciatore ha rilasciato un’intervista a The Athletic, tornando sulla sua esperienza al Leeds: “Il periodo trascorso al Leeds è stato uno dei momenti più bassi, se non il più basso, della mia carriera. Ero alla Juventus, giocando ogni settimana, e forse mi sono seduto un po’, sapendo che avrei giocato sempre. Volevo raccogliere ottime statistiche, aiutare la squadra a non retrocedere e poi, sperare che un’altra squadra di Premier League, una tra le prime cinque, mi acquisti. Non potrò sapere cosa sarebbe successo se il Leds non fosse retrocesso perché non è andata così. Le cose accadono per un motivo. E ora sono esattamente nel posto in cui dovrei essere.

Sul ritorno alla Juventus: Esclusione? Non è stato spaventoso o entusiasmante come sfida, ma era una situazione simile a quella di ogni americano che gioca a calcio per un club di alto livello in Europa. Credo che sia qualcosa che tutti noi dobbiamo affrontare quando arriviamo in Europa. Ma mi sento felice quando devo mettermi alla prova di nuovo, perché mi rende ancora più onesto con me stesso in termini di impegno e concentrazione. Qualcosa semplicemente scatta”.

Dall'esperienza al Leeds al futuro con la Juventus: la rivelazione di McKennie

Sull’esser finito fuori rosa: “Sapevo che sarebbe stato impegnativo. Non sapevo che sarebbe stato di queste dimensioni: non avevo il mio armadietto, non avevo una stanza in albergo, non avevo un parcheggio. Usavo lo spogliatoio con i ragazzi del settore giovanile anche quando nello spogliatoio principale c’erano dei giocatori che non avevano mai giocato con la Juve perché erano sempre stati in prestito. Non sono nemmeno riuscito ad ottenere il numero di maglia anche se nessun altro lo aveva preso. Allegri? Mi ha preso nuovamente in considerazione. Il mio lavoro a quel punto ero quello di rendere le sue decisioni più difficili”.

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